87 research outputs found

    Indagine sulla gestione dei depositi museali e sulla movimentazione dei beni archeologici in Italia

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    L’indagine sulla gestione dei depositi museali e sulla movimentazione dei beni archeologici, oggetto di presentazione, si colloca nell’ambito delle linee di ricerca del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Ferrara (con borse di studio del MIUR sul programma Fondo per il sostegno dei giovani). La rilevazione censuaria, condotta in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e con l’Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali (ANMLI), si pone come obiettivo la comprensione delle prassi in uso da parte dei musei e altri istituti similari statali e non statali a carattere museale, che acquisiscono, conservano, ordinano ed espongono al pubblico beni e/o collezioni di natura archeologica, al fine di prospettare soluzioni gestionali migliorative e di indirizzare iniziative finalizzate alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio archeologico italiano. In questa sede verranno presentati l’articolazione e l’andamento dell’indagine

    La figura della rana all’interno della popolazione precolombiana dei Muisca: iconografia e simbolismo

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    In Colombia gli anfibi rivestirono un ruolo privilegiato nel mondo simbolico degli indigeni preispanici, visto il gran numero di rappresentazioni riscontrabili a livello archeologico. Vengono qui presentati i risultati di un'analisi dettagliata dei moduli iconografici di rappresentazione e del sistema simbolico associati alla figura della rana nell'ambito della cultura Muisca, la popolazione precolombiana attestata nell'Altiplano Cundiboyacense dal 600 d.C. al 1600 d.C., sulla scorta dello studio delle evidenze materiali. Questo anfibio, lungi dall’essere associato esclusivamente con il ciclo della natura e della fertilità in agricoltura, è espressione di un sistema simbolico ben più complesso ed articolato

    Lithic productions during the first half of the Middle Pleistocene (MIS 19-12) in the Italian peninsula: an overview

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    Archaeological record of the Italian peninsula during the first half of the Middle Pleistocene is characterised by a limited number of sites. In the last decade, new systematic research allowed to refine chronostratigraphies and to improve the contextual and technological information. Here, we report an overview of the Italian archaeological sites between MIS 19 and MIS 12 with the main aim to evaluate the current state of our knowledge on the technological behaviours from the earliest Middle Pleis- tocene sites where Homo heidelbergensis appears to the emergence of hominins with Neanderthal-like morphology

    Il sito di Guado San Nicola

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    Il sito paleolitico di Guado San Nicola prende il nome dall’omonima località posta nelle immediate vicinanze della frazione di Sant’Eusanio, a qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato di Monteroduni, in provincia di Isernia. Il giacimento, oggetto di scavi sistematici dal 2008, si trova a 250 m s.l.m., sulla sinistra idrografica del fiume Volturno

    La preistoria in Colombia nell’ambito del primo popolamento del continente americano. Un contributo allo studio della cultura materiale dei più antichi siti archeologici

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    La posizione strategica della Colombia, quale area di contatto tra le due Americhe, riveste un ruolo chiave nel contesto della più ampia problematica delle origini del popolamento americano. Allo stato attuale delle ricerche le evidenze archeologiche più antiche relative al primo popolamento colombiano sono attestate nei siti di Pubenza 3 (datato a 16.400 ± 420 BP), Tibitò 1 (datato a 11.740 ± 110 BP), caratterizzati dal rinvenimento di megafauna associata ad industria litica, e di El Abra e Tequendama, datati, rispettivamente, a 12.400 ± 160 e 10.920 ± 250 BP. Il progetto di ricerca intrapreso dall'Università degli Studi di Ferrara intende apportare un fattivo contributo all'analisi delle testimonianze preistoriche del territorio colombiano. Attraverso l'applicazione delle più recenti acquisizioni metodologiche, concettuali e tecnologiche della comunità scientifica in ambito preistorico, è stata condotta una revisione e problematizzazione dei risultati editi relativi ai siti archeologici più antichi, congiuntamente alla verifica dell'associazione tra i vari elementi culturali del record archeologico con la sequenza stratigrafica e con le datazioni e alla revisione dell'approccio quasi esclusivamente tipologico adottato per lo studio delle industrie litiche

    An introduction to the early Holocene eolian deposits of Grotta Romanelli, Apulia, Southern Italy

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    Due to its geographic position and geomorphological configuration, Grotta Romanelli acted as a sediment trap since at least MIS 5. The so-called 'terre brune' sequence is a deposit mainly of eolian origin bearing upper Palaeolithic artefacts and fossil re-mains of vertebrate fauna; it was deposited during the Glacial-Interglacial transition and the Holocene. Sedimentology and mineralogy of this deposit are investigated. The stratigraphic sequence provides a promising archive within which both human and climatic impacts can be studied

    An introduction to the early Holocene eolian deposits of Grotta Romanelli, Apulia, Southern Italy

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    Due to its geographic position and geomorphological configuration, Grotta Romanelli acted as a sediment trap since at least MIS 5. The so-called ‘terre brune’ sequence is a deposit mainly of eolian origin bearing upper Palaeolithic artefacts and fossil remains of vertebrate fauna; it was deposited during the Glacial-Interglacial transition and the Holocene. Sedimentology and mineralogy of this deposit are investigated. The stratigraphic sequence provides a promising archive within which both human and climatic impacts can be studied

    Ripensare i depositi archeologici, promuovere l’infomobilità. Presentazione del progetto e risultati preliminari

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    Nell’ambito del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Archeologia e i Beni Culturali dell’Università degli Studi di Ferrara, è stata attivata una linea di ricerca il cui focus è l’individuazione di una gamma significativa di parametri adottabile nella gestione dei depositi museali. La ricerca è rafforzata dalla messa a disposizione da parte del MIUR di una borsa di dottorato sul Fondo ministeriale per il sostegno dei giovani (Fondo Giovani) - Anno Finanziario 2012. La collaborazione con gli organismi preposti alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale, in particolare con il riferimento al MIBACT e con l’Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali (ANMLI), ha consentito la stesura condivisa di un questionario informatizzato in grado di rilevare lo stato dell’arte nell’ambito della gestione e movimentazione delle collezioni museali. Una prima applicazione del questionario è stata condotta in importanti complessi internazionali tra i quali il Museo del Oro di Bogotà o il Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi. Oggetto del presente lavoro sarà pertanto la presentazione/analisi dei primi risultati della ricerca. Gli Autori, sebbene l’indagine, per complessità e numero di soggetti coinvolti, sia ancora in itinere, ritengono utile, già a questo stadio, confrontarsi con la comunità scientifica di riferimento anche al fine di ottimizzare il proprio operato

    Stratigraphic reassessment of Grotta Romanelli sheds light on Middle-Late Pleistocene palaeoenvironments and human settling in the Mediterranean

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    During the last century, Grotta Romanelli (Southern Italy) has been a reference site for the European Late Pleistocene stratigraphy, due to its geomorphological setting and archaeological and palaeontological content. The beginning of the sedimentation inside the cave was attributed to the Last Interglacial (MISs 5e) and the oldest unearthed evidence of human occupation, including remains of hearths, was therefore referred to the Middle Palaeolithic. Recent surveys and excavations produced new U/Th dates, palaeoenvironmental interpretation and a litho-, morpho- and chrono-stratigraphical reassessment, placing the oldest human frequentation of the cave between MIS 9 and MIS 7, therefore embracing Glacial and Interglacial cycles. These new data provide evidence that the sea reached the cave during the Middle Pleistocene and human occupation occurred long before MISs 5e and persisted beyond the Pleistocene- Holocene boundary
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